Agricoltura Rigenerativa per il settore vitivinicolo
L’agricoltura rigenerativa è un approccio produttivo che mira non solo a preservare, ma soprattutto a ripristinare la salute del suolo, accrescerne la biodiversità e favorirne la capacità di trattenere anidride carbonica (CO₂).
Uno settori che può trarre i maggiori benefici da questa tecnica produttiva è quello vitivinicolo, infatti l’adozione di metodi rigenerativi si traduce in vigne più robuste e produttive, in grado di fornire uve di alta qualità e di rafforzare allo stesso tempo l’ecosistema.
Le tecniche chiave dell’agricoltura rigenerativa
L’agricoltura rigenerativa si fonda su una serie di metodi agronomici e principi ecologici mirati a ripristinare e migliorare la fertilità naturale dei terreni, preservare la biodiversità e rendere le colture più resilienti.
Il fulcro di questo approccio è la salute del suolo, considerato l’elemento centrale per garantire rese sostenibili nel lungo periodo.
Tecniche principali
1. Riduzione del disturbo del suolo
Attraverso la minima lavorazione o la semina su sodo, si evita di compromettere la struttura del terreno e la sua ricchezza microbica. In questo modo, si prevengono l’erosione e la perdita di nutrienti, favorendo la rigenerazione del suolo.
2. Aumento della copertura vegetale (cover crop)
L’introduzione di colture di copertura (erbe, leguminose) nelle interfile o nei periodi di riposo della vigna protegge il suolo da fenomeni erosivi e contribuisce a fertilizzarlo in modo naturale. Le cover crop, inoltre, migliorano l’equilibrio idrico e forniscono un habitat a insetti utili.
3. Rotazione delle colture e diversificazione
Pur essendo la vite una coltura permanente, la diversificazione con differenti specie (ad esempio, inserendo siepi o colture complementari) arricchisce la biodiversità, stabilizza gli equilibri ecologici e riduce la pressione di patogeni specifici.
4. Fertilizzanti organici e gestione integrata delle risorse idriche
L’impiego di ammendanti come compost o letame sostiene il suolo in modo duraturo, migliorando la disponibilità di nutrienti e l’attività biologica. Un’irrigazione oculata e tecniche di recupero e riciclo dell’acqua, invece, assicurano un uso consapevole di questa risorsa.
Benefici per la viticoltura
Nel settore vitivinicolo, l’adozione di queste pratiche si traduce in filari più vigorosi, capaci di resistere meglio a parassiti e patogeni, oltre che in una maggiore resilienza di fronte a eventi climatici estremi. Il risultato è un equilibrio naturale che si riflette sulla qualità delle uve e, di conseguenza, sul pregio del vino prodotto.
1. Migliore qualità delle uve e autenticità del terroir
Un suolo sano e un ecosistema equilibrato consentono alle viti di svilupparsi in maniera ottimale, dando vita a frutti con una concentrazione aromatica superiore. Nel caso dei vitigni autoctoni, tali pratiche esaltano le peculiarità del territorio e la tipicità varietale, contribuendo a produrre vini dall’identità ancora più marcata e riconoscibile.
2. Risparmio di risorse e riduzione dei costi
La fertilità naturale promossa dall’agricoltura rigenerativa diminuisce la necessità di fertilizzanti sintetici e di irrigazione intensiva. Ciò si traduce in un risparmio economico e in una gestione più efficiente del vigneto. Per chi lavora con vitigni autoctoni, spesso già ben adattati al clima locale, queste tecniche valorizzano ulteriormente la resistenza delle piante, minimizzando gli interventi esterni.
3. Valore aggiunto per il marchio e storytelling
Integrare la produzione sostenibile con la coltivazione di varietà autoctone offre un doppio vantaggio: da un lato, si risponde alla crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità; dall’altro, si racconta una storia di tradizione e legame con il territorio. Comunicare l’adozione di pratiche rigenerative diventa quindi un elemento di differenziazione e competitività sul mercato.
4. Salvaguardia del territorio e dell’identità locale
Favorire la biodiversità vegetale e animale nei dintorni del vigneto crea un equilibrio naturale che aiuta a difendere la vite da malattie e parassiti. Per le aziende che puntano sui vitigni autoctoni, la rigenerazione del suolo e la cura del paesaggio rurale assumono un valore aggiunto: si tutela non solo la ricchezza naturalistica, ma anche il patrimonio culturale di un’area, preservando varietà uniche e tradizioni secolari.
Il caso illycaffè
Un esempio concreto di come la certificazione rigenerativa possa valorizzare anche filiere diverse dalla viticoltura, pur applicando i medesimi principi di tutela e ripristino del suolo, è offerto dal percorso di illycaffè.